Col nuovo piano di classifica del Consorzio cresce l’investimento per la sicurezza idraulica, senza incrementi al gettito complessivo richiesto: aumenta il prelievo sulle cave, diminuisce sui beni agricoli. Recuperati più di mille “immobili fantasma”

Col nuovo piano di classifica del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, cresce l’investimento per la sicurezza idraulica del territorio (700mila euro all’anno in più solo sulla Piana lucchese, e in particolare nel comune capoluogo) ma non aumenta neppure di un euro il gettito richiesto, tramite il contributo di bonifica, ad ogni area del territorio. E questo è possibile grazie all’efficientamento dell’attività consortile; grazie all’aumento del contributo richiesto alle cave estrattive del territorio della Valle del Serchio, della Versilia e soprattutto di Massa e Carrara, che viene più puntualmente adeguato (con un incremento di oltre il mille per cento all’anno) al beneficio ricevuto dall’attività del Consorzio; grazie al recupero delle posizioni dei contribuenti, che ha permesso di rintracciare e di mettere a ruolo più di 1.300 “immobili fantasma”, solo nell’ultimo anno. In questo modo, si può anche far fronte, in maniera strutturale, al raddoppio del reticolo idraulico posto in manutenzione dall’Ente, che dopo l’approvazione della Legge regionale 79 del 2012 è passato da 4.300 chilometri a 8.122 chilometri.

comprensorio CBTN
Il comprensorio del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord

            L’assemblea del Consorzio ha adottato all’unanimità il proprio Piano di classifica: uno degli strumenti fondativi dell’attività dell’Ente, finalizzato a ripartire gli oneri derivanti dall’attività di bonifica. Detto in parole più semplici, il Piano di classifica è una specie di “piano regolatore” dei corsi d’acqua: ovvero, il mezzo tecnico chiamato a definire il beneficio che gli immobili ricevono dall’attività di manutenzione effettuata dal Consorzio e il modo in cui il contributo di bonifica deve essere ripartito tra i contribuenti. Dopo il passaggio in assemblea, il documento è adesso inviato alla giunta della Regione, a cui spetta l’ultima parola sulla sua approvazione.

“L’equità contributiva è il principio alla base del nuovo Piano di classifica – sottolinea il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi – Abbiamo dato omogeneità alla situazione dei consorziati: adesso abbiamo gli stessi criteri per calcolare il contributo, col superamento delle diversità derivanti da diversi piani di classifica fino ad adesso utilizzati nelle singole aree, e quindi otteniamo più eguaglianza e giustizia nel pagamento dei tributi. I consorziati ora sanno con sicurezza che, a parità di beneficio ottenuto dalla attività del Consorzio e di valore dell’immobile in questione, in tutto il comprensorio a loro è richiesto lo stesso contributo di bonifica. Inoltre, grazie agli indici scelti (d’intensità di manutenzione e gestione delle opere; di fragilità idraulica e geomorfologica; di comportamento al deflusso) raffiniamo ulteriormente la corrispondenza tra il beneficio ottenuto dagli immobili dalla nostra attività, e il contributo effettivamente richiesto ai consorziati. La priorità del lavoro svolto (tutto dalle professionalità interne del Consorzio, evitando costose consulenze, e con un risparmio di circa 75mila euro rispetto a quanto speso) è stata quella di dotare l’Ente di uno strumento preciso e chiaro, di facile consultazione anche da parte dei cittadini. L’efficienza della nostra azione, l’equità contributiva, la trasparenza nel calcolo del contributo richiesto ai consorziati, sono gli elementi che vengono garantiti dal Piano. Che non prevede alcun aumento al gettito complessivo, richiesto ai consorziati col contributo di bonifica, ma solo una diversa distribuzione del contributo tra le categorie e le aree. La logica che abbiamo adottato è quella di: pagare tutti, per pagare meno. Con un occhio di riguardo al mondo agricolo, a cui viene riconosciuto un ruolo fondamentale nel presidio del territorio: per questo, è stata prevista una riduzione del contributo complessivo richiesto ai beni produttivi agricoli, tra cui le serre”.