Con l’area di fitodepurazione del Consorzio, il lago di Massaciuccoli torna a vivere: in due anni e mezzo trattata tre milioni e mezzo di metri cubi d’acqua, i nutrienti presenti vengono abbattuti del 60 per cento. E, grazie a due milioni e mezzo di euro di finanziamenti, il prossimo anno l’area raddoppia

L’impianto di fitodepurazione di San Niccolò, nel comune di Vecchiano, in due anni e mezzo ha trattato, in maniera completamente naturale, quasi tre milioni e mezzo di metri cubi di acqua, prima che essa s’immettesse nel lago: abbattendo le quantità dei nutrienti presenti in percentuali, in media, vicine al 60 per cento. Il Massaciuccoli in questo modo tornato a vivere, così come la sua biodiversità: gli studi effettuati, infatti, hanno dimostrato che dal 2013 ad oggi, le specie vegetali della zona sono cresciute da 16 a 60.

               Sono più che incoraggianti i dati che il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord ha presentato sull’attività dell’innovativo impianto, che proprio l’Ente consortile ha realizzato quasi tre anni fa a ridosso del Massaciuccoli.

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Un monento del convegno

L’occasione era rappresentata dal convegno “Ambiente, fitodepurazione e agricoltura sostenibile”, organizzato nell’area della bonifica di Vecchiano dal Consorzio, assieme alla Scuola Superiore Sant’Anna e all’Università di Pisa (curatori scientifici del progetto). A fare gli onori di casa, il presidente consortile Ismaele Ridolfi; accanto a lui, tra gli altri, il sindaco di Vecchiano Massimiliano Angori e l’assessore all’ambiente Mina Canarini; i professori Enrico Bonari (Scuola Sant’Anna) e Nicola Silvestri (Università di Pisa); il presidente di ANBI Toscana (l’associazione regionale dei Consorzi) Marco Bottino; i rappresentanti delle associazioni agricole (Coldiretti, CIA e Confagricoltura) e ambientaliste (Lipu, WWF e Legambiente).

               “Al termine dei primi tre anni della sperimentazione degli impianti, commentiamo oggi risultati molto positivi – sottolinea il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi – Nel 2013 la Regione Toscana fece la scommessa di provare a risolvere i problemi del Massaciuccoli, attraverso la realizzazione di un’area di fitodepurazione naturale, per abbattere la presenza dei nutrienti in ingresso nel lago. Lo ha deciso di fare assieme al Consorzio e all’Università. I risultati ci dicono oggi che la scommessa si può dire vinta. Tanto è vero che a breve partirà l’ampliamento dell’impianto, già finanziato dalla Regione con due milioni e mezzo di euro, che porterà entro la fine del 2017 al più che raddoppio dell’area: dai 15 ettari attuali ad oltre 40 ettari previsti. La struttura diventerà così la più grande di Europa. In programma anche la realizzazione di un nuovo impianto idrovoro e il rifacimento del ponte stradale in via di Costanza, sora il ponte Obliquo”.

               Dati alla mano, in due anni e mezzo, l’impianto ha trattato complessivamente tre milioni e 400mila metri quadrati di acqua del reticolo di drenaggio, prima di defluire nel lago. L’abbattimento di nutrienti è stato molto significativo: grazie all’attività dell’impianto, il carico di fosforo totale nelle acque è stato abbattuto fino al 70 per cento; il carico dell’azoto totale è stato abbattuto fino al 45 per cento. Scendendo più nel particolare, i fosfati sono stati abbattuti del 99 per cento, i nitrati del 77 per cento.

Il Consorzio di Bonifica, la scuola Sant’Anna e l’Università di Pisa, assieme ad altri tre partner, hanno redatto un nuovo progetto, che è stato presentato all’Unione europea (attraverso i progetti “LIFE”), per ottenere finanziamenti finalizzati a studiare le possibilità offerte dalla paludicoltura (l’agricoltura, cioè, su terreni allagati) per la salvaguardia e lo sviluppo del lago: se arriverà lo stanziamento richiesto (oltre un milione e 900mila euro, compresi i cofinanziamenti previsti), intorno al Massaciuccoli partirebbe una nuova sperimentazione, anch’essa innovativa per il nostro Paese.

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L’area dell’impianto di fitodepurazione del lago di Massaciuccoli