Il presidente del Consorzio Ridolfi: “I nostri fiumi e i nostri mari sono pieni di plastica, nessuno si può tirare indietro da un impegno importante e urgente. E le istituzioni sono chiamate a sostenere economicamente la riconversione delle aziende e la ricerca”

“Di fronte alle segnalazioni che ci pervengono continuamente dai cittadini e dai nostri operai impiegati nella manutenzione lungo i corsi d’acqua, e stando al fianco dei volontari delle associazioni che collaborano con noi nella pulizia periodica degli alvei dai rifiuti, ho capito quanto sia importante ed urgente superare, una volta per tutte, il problema della plastica: che per colpa di pochi ma non per questo meno dannosi incivili, negli ultimi anni sta invadendo i nostri fiumi, e da lì i nostri mari. Per questo, alla presidente della sezione Chimica, plastica e farmaceutica della Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli, sento di rispondere: il tempo a nostra disposizione sta scadendo, e nessuno può rimandare o addirittura tirarsi indietro da questa sfida epocale. E bene quindi ha fatto secondo me, il legislatore, a introdurre nuovi accorgimenti, per disincentivare la produzione stessa di plastica. Poi, certo, la presidente Romagnoli introduce un problema vero: occorre fare di tutto, per scongiurare che questo percorso di profonda riconversione industriale, a cui le nostre aziende sono chiamate, vada a ripercuotersi sul loro livello occupazione. Quella per il “plastic free” può e deve essere una battaglia ecologica anche perché popolare, di tutta la nostra gente: e quindi le istituzioni, dall’Unione europea al Governo, passando dalle Regioni, sono chiamate a sostenere economicamente i processi di riconversione della produzione delle aziende, e la ricerca tecnologica in questo campo. Se il futuro dell’ambiente e quello dei lavoratori entrerà in conflitto, infatti, non ci sarà via d’uscita. E invece ho la ferma consapevolezza che la svolta ecologica possa rappresentare un volano formidabile per rilanciare lo sviluppo e l’occupazione. Servono solo coraggio e lungimiranza”.

               A parlare è Ismaele Ridolfi, presidente del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord. Che è il primo Ente consortile d’Italia ad aver dichiarato lo stato di emergenza climatica ed ambientale. E che un anno fa ha lanciato la campagna “Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo”: assieme a decine di associazioni, alle amministrazioni comunali e alle aziende dei rifiuti, volontari e operai percorrono una volta al mese i corsi d’acqua del comprensorio e li ripuliscono dai rifiuti, in particolare – naturalmente – quelli plastici.

               Adesso, Ridolfi risponde alle recenti dichiarazioni della presidente di Fabia Romagnoli, di Confindustria Toscana Nord.

               “Ogni anno vengono riversati negli oceani otto milioni di rifiuti plastici – ricorda il presidente del Consorzio – in questi mari si calcola che oggi ci siano 150milioni di tonnellate di plastica. Nel solo Mediterraneo, secondo le stime rese note da Legambiente, ci sono 58 rifiuti per chilometro quadrato, per il 96 per cento di plastica. In Italia, ogni 100 metri di spiaggia si trovano in media 620 rifiuti, all’80 per cento di plastica. Ecco, noi siamo convinti che la lotta alla plastica in mare inizi proprio dai fiumi: nell’ottica del principio “pensare globale, agire locale”, anche noi possiamo dare il nostro piccolo ma importante contributo. Da qui ci siamo inventati l’iniziativa “Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo”: a cui stanno aderendo sempre più volontari, associazioni, Amministrazioni comunali e aziende dei rifiuti, e che oggi è entrata in rete con la campagna “plastic free” della Regione Toscana. Per questo, a Romagnoli di Confindustria Toscana Nord mi sento di dire: nessuno si può tirare indietro da un impegno importante e urgente. Se qualcuno lo facesse, tradirebbe la voce di milioni di ragazze e ragazzi, che da un anno a questa parte ci ricordano, nelle piazze di tutto il mondo, che il tempo sta scadendo. E, soprattutto, tradirebbe il loro futuro”.