Impediamo ogni anno che circa 13.000 quintali di rifiuti vadano sulle spiagge: in prima linea ogni giorno per la tutela dell’ambiente, dei corsi d’acqua e delle spiagge pulite

Marina di Pietrasanta – Forse il consigliere Giovannetti non è a conoscenza del fatto che sul problema del lavarone da due anni esiste un tavolo tecnico, convocato proprio dal Consorzio, al quale partecipano i rappresentanti delle amministrazioni comunali della costa insieme alle aziende per la raccolta rifiuti (Ersu e Sea), alle associazioni di albergatori e balneari e anche di volontariato e protezione civile.

Il tavolo è finalizzato proprio a conoscere le cause di formazione del fenomeno ma, soprattutto, a ridurre i problemi di inquinamento del lavarone stesso da plastica od altri inquinanti antropici che aumentano sensibilmente i costi che i balneari devono sopportare per lo smaltimento, dato che il lavarone inquinato è classificato come rifiuto speciale da portare in discarica. E’ infatti noto a tutti che, da sempre, il lavarone non inquinato, in quanto materiale organico, veniva semplicemente sepolto dai gestori delle spiagge con costi limitati.

la funzione delle barriere galleggianti vicino alle foci dei fiumi
la funzione delle barriere galleggianti vicino alle foci dei fiumi

Lo studio del fenomeno ‘lavarone’ ha dimostrato, in modo inequivocabile, che  tutto il materiale trasportato nei nostri canali di bonifica, che non hanno sbocco al mare, viene recapitato obbligatoriamente ad un impianto idrovoro, dove viene bloccato da apposite griglie a maglia fitta e poi smaltito in discarica. Invece per i fiumi che hanno sbocco diretto a mare (Versilia, Fiumetto, Motrone, Camaiore e Bufalina), il Consorzio installa da anni doppie barriere galleggianti prima della foce, che hanno lo stesso compito, ovvero di trattenere tutto il materiale trasportato in condizioni normali dalle correnti.
Dati alla mano, ogni anno il consorzio smaltisce  in media 1.300 tonnellate di materiale, vegetale e non, raccolto presso gli impianti idrovori dai canali di bonifica e che si deposita nelle barriere galleggianti posizionate alle foci dei fiumi.
Tutti rifiuti che non vanno in mare perchè in mare nemmeno ci arrivano grazie alle griglie degli impianti idrovori del consorzio.
E questo vale anche per i resti degli sfalci della vegetazione che il consorzio taglia lungo i fiumi due volte l’anno.

Infatti analizzando il lavarone i resti sminuzzati della vegetazione non ci sono o sono in quantità irrisoria. E’ la dimostrazione scientifica di una considerazione semplicemente ovvia e di buonsenso: le tonnellate di tronchi, rami ecc.., che si trovano ogni anno sulle spiagge, non possono certo essere conseguenza dell’attività di manutenzione del consorzio.

Le griglie degli impianti idrovori che bloccano tutto il materiale evitando che finisca in mare
Le griglie degli impianti idrovori che bloccano tutto il materiale evitando che finisca in mare

La maggior parte del lavarone è infatti composto, come risulta dagli studi fatti, prevalentemente dalla posidonia – un’alga marina che cresce lontano dalla Versilia, nei fondali delle isole dell’arcipelago toscano e che viene trasportata a riva dalle correnti – e dalle erbe, rami ed alberi portati in mare dai grandi fiumi: Serchio, Arno e Magra.
Del resto il lavarone è un fenomeno naturale che esiste da sempre, ben prima dell’esistenza dei consorzi di bonifica. Anche le tempistiche dello sfalcio non coincidono con quelle degli spiaggiamenti che si verificano mesi dopo i tagli programmati, quando ormai, la vegetazione sminuzzata si è già decomposta.

Quindi il consorzio di bonifica Toscana Nord non solo si è impegnato attivamente per capire il fenomeno ma si è anche attivato per cercare di intervenire per ridurne la portata, soprattutto dei rifiuti non naturali ed inquinanti che finiscono nel lavarone, coinvolgendo le istituzioni e tutti i soggetti del territorio, le associazioni che hanno adottato i corsi d’acqua e che ogni mese segnalano discariche abusive e tolgono la plastica, realizzando un evento annuale per sensibilizzare i cittadini a partire dagli studenti delle scuole.

Rispetto ai problemi di sicurezza del Fiume Versilia rassicuriamo i cittadini.
I tecnici del consorzio hanno ben presenti le dinamiche di trasporto dei materiali solidi del fiume, che vengono monitorate costantemente insieme al Genio Civile competente.
Ogni volta che in passato gli accumuli hanno rappresentato un pericolo sono stati rimossi.
La montagnetta di detriti che si trova in alveo attualmente non rappresenta un rischio, rimuoverli sarebbe una spesa inutile e quindi uno sperpero dei soldi dei contribuenti.

Massima disponibilità del Consorzio a proseguire assieme alle istituzioni e agli amministratori locali nell’impegno contro l’inquinamento delle spiagge per questo ringrazio il consigliere Giovannetti le segnalazioni fatte e la sensibilità ambientale che dimostra.