L’università di Firenze studia i nostri corsi d’acqua e gli effetti della manutenzione eseguita dal Consorzio

Rinnovata la convenzione tra i due Enti per proseguire  la ricerca che dimostrerà quale livello di vegetazione è corretto mantenere nei canali per garantire la sicurezza idraulica e conciliare gli aspetti ambientali. La ricerca si svolge in un tipico canale di drenaggio della rete di bonifica e darà  supporto scientifico all’importanza che una regolare manutenzione dei corsi d’acqua riveste per la sicurezza idraulica del territorio.

a_motiv3Viareggio – Prosegue la collaborazione tra il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord e la Scuola di Agraria dell’Università di Firenze per studiare e approfondire gli effetti prodotti sul deflusso delle acque, dalla vegetazione che cresce spontanea nei canali di bonifica.
Il progetto di studio, avviato lo scorso anno e condotto dal GESAAF, (il dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali dell’Università di Firenze), prende le mosse da uno dei problemi più dibattuti in campo idraulico, ovvero quanto la presenza di vegetazione interferisce sul moto dell’acqua.
La letteratura disponibile si concentra soprattutto su situazioni più evidenti: grandi fiumi e vegetazione arbustiva di grandi dimensioni, mentre ben poco è rappresentato per i canali di bonifica, come quelli gestiti dal Consorzio, caratterizzati da scarsa o nulla pendenza, piccole sezioni, poca quantità d’acqua.

La manutenzione dei corsi d’acqua, attraverso il taglio della vegetazione che cresce sulle sponde e dentro l’alveo, è una delle principali attività istituzionali che il consorzio esegue in modo costante per ridurre il rischio idraulico e prevenire esondazioni e allagamenti.
“Abbiamo sempre affermato che la manutenzione è la prima e più efficace forma di prevenzione. Per questo la nostra esperienza ci ha portato a progettare le manutenzioni distinguendo i corsi d’acqua in base alle caratteristiche idrauliche e anche alle esigenze stagionali: su alcuni canali interveniamo una volta all’anno, mentre nei casi più critici raddoppiamo o triplichiamo i tagli – spiega il Presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – Inoltre nel periodo primaverile, che coincide con una intensa attività riproduttiva delle specie tipiche degli ambienti acquatici, facciamo dove possibile tagli selettivi, allo scopo di preservare gli habitat.
Oggi il nostro obiettivo è trovare un giusto equilibrio per far conciliare le esigenze idrauliche con gli aspetti ambientali. Siamo certi che gli esiti degli studi condotti dall’Università, oltre a confermare l’importanza e l’efficacia svolte dalla regolare manutenzione per migliorare la sicurezza idraulica del territorio, ci permetterà di migliorare ulteriormente la manutenzione, calibrando ancora di più gli interventi di taglio alle esigenze del territorio, producendo risparmi di gestione.”

L'immissione di acqua per simulare l'evento di piena
L’immissione di acqua per simulare l’evento di piena

La sperimentazione, iniziata lo scorso anno, proseguirà anche per il 2016. Un team di esperti e ricercatori dell’università, coadiuvato dal personale del Consorzio, ha scelto un canale di bonifica nella zona di Viareggio, ideale per svolgere le prove: pendenza, sezione, profondità, forma del corso d’acqua e tipologia di vegetazione che vi cresce all’interno, sono tutte caratteristiche che si prestano perfettamente allo studio.
Con l’ausilio di pompe mobili, viene immessa acqua nel canale in modo da simulare un evento di piena; a questo punto vengono misurate le variazioni del deflusso dell’acqua in presenza di vegetazione a vari stadi: folta e rigogliosa, parzialmente tagliata e con il canale completamente pulito.
“Siamo orgogliosi di essere stati scelti dall’Università per partecipare a questo progetto. Il modello studiato nel nostro territorio è stato presentato nel corso di una conferenza internazionale organizzata dall’Università di Padova, ed ha suscitato un vivo interesse nella comunità scientifica che adesso attende i risultati definitivi – conclude Ridolfi – Collaborazioni di alto livello, come questa, sono la dimostrazione dell’importanza del lavoro che il consorzio svolge su un territorio così vario e così fragile come quello del Toscana Nord”.