Oasi del Bottaccio, Bosco Tanali e Lago della Gherardesca più puliti e fruibili grazie alla collaborazione dei migranti: parte il progetto di Consorzio, Comuni di Capannori e Bientina, Legambiente e WWF

La sicurezza idraulica e ambientale del nostro territorio può crescere, anche grazie al coinvolgimento, volontario e gratuito, dei migranti e dei richiedenti asilo politico direttamente in opere di pubblica utilità, al servizio dell’intera comunità.

Conferenza stampa migranti 29.06.2016
Un momento della conferenza stampa

               Ne sono convinti il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, i Comuni di Capannori e Bientina, il WWF Alta Toscana, e i circoli di Legambiente di Capannori e Piana lucchese e Valdera; uniti in un progetto che vede la collaborazione attiva dei migranti nella manutenzione e cura di tre aree di notevole interesse ambientale del territorio: l’Oasi del Bottaccio, il Bosco Tanali e il lago della Gherardesca.

               E proprio un nutrito gruppo di migranti, provenienti per lo più da Costa d’Avorio, Gambia, Nigeria, Senegal, Afghanistan e Pakistan e attualmente accolti in strutture della zona, saranno protagonisti, al fianco dei volontari delle associazioni ambientaliste, nell’opera periodica di conservazione e valorizzazione di questo fondamentale patrimonio ecologico: armati di vanghe, cesoie, cariole e falci, si occuperanno tra l’altro di piccoli interventi di manutenzione dei sentieri e delle palizzate presenti, del taglio del legname, della raccolta delle ramaglie e dei rifiuti. Il tutto, per rendere le aree più pulite e facilmente fruibili da tutti i cittadini.

               Sabato prossimo (2 luglio) partirà ufficialmente il progetto, alla presenza anche dell’assessore regionale Vittorio Bugli: l’iniziativa, infatti, nasce proprio dall’input della Regione, che ha chiesto a tutti i Consorzi toscani di realizzare attività che vedano i migranti impegnati in azioni concrete di risposta alle esigenze dei territori. A presentare il piano sono stati stamani (mercoledì 29 giugno) il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi, l’assessore al sociale del Comune di Capannori Ilaria Carmassi, il presidente e il direttore di Legambiente Capannori e Piana lucchese Giordano Del Chiaro e Maria Cristina Nanni.

               “Anche sul nostro comprensorio partiamo con questo progetto, lanciato dalla Regione Toscana – sottolinea il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – C’è la volontà, infatti, di addivenire a una piena valorizzazione delle risorse umane dei migranti, in opere e interventi che possano avere una pubblica utilità per l’intera comunità. Oltre alla finalità collettiva, tali progetti possono inoltre essere per loro occasioni reali di integrazione e formazione. Si tratta di una prima iniziativa in tal senso, e non sarà certamente l’unica: stiamo lavorando per coinvolgere i migranti anche nella collaborazione volontaria per la pulizia dei canali irrigui dai rifiuti e per la cure della aree boschive e montane”.

               “Un progetto importante, che nasce dalla sinergia tra enti e dalla collaborazione con le associazioni locali e che vede il coinvolgimento diretto dei migranti– spiega l’assessore alle politiche sociali del Comune di Capannori, Ilaria Carmassi – E’ un’ottima iniziativa sotto vari aspetti. Prima di tutto, i ragazzi ospiti delle strutture del nostro territorio si rendono utili, restituendo a titolo gratuito e volontario, un servizio alla comunità. E’ inoltre un modo per valorizzare l’accoglienza e l’integrazione, valori su cui puntiamo molto al fine di costruire una comunità più unita e coesa. Si tratta del primo progetto che insiste sulle aree umide: le abbiamo scelte perché rappresentano un elemento chiave del turismo slow, su cui la nostra amministrazione comunale crede particolarmente”.

               “La nostra associazione è felice di partecipare ad un progetto innovativo ed ambizioso, che a nostro avviso possiede un elevato valore ambientale e sociale –sottolineano il presidente e il direttore di Legambiente Capannori e Piana lucchese Giordano Del Chiaro e Maria Cristina Nanni – ambientale perché ci permette di manutenere e valorizzare delle zone umide, che sono fondamentali dal punto di vista paesaggistico ed ecosistemico; sociale e di inclusione, perché attribuisce autonomia e dignità a migranti, che non sono soltanto ospiti del territorio, bensì parte integrante della nostra comunità, mettendo le loro forze al servizio della pubblica utilità.