Via la plastica dai corsi d’acqua: i volontari di sedici associazioni lucchesi in azione, con l’iniziativa “i sabato dell’ambiente” che il Consorzio di Bonifica realizza insieme a Comune e Sistema ambiente

La lotta alla plastica in mare comincia dai fiumi: e mantenere puliti e curati i corsi d’acqua è il primo passo, per salvare le tartarughe marine e il Mediterraneo. Fornendo anche un contributo significativo alla lotta contro i cambiamenti climatici.

               Con questa consapevolezza, il Consorzio, il Comune di Lucca, l’azienda Sistema ambiente e sedici associazioni lucchesi hanno siglato stamani (sabato 30 novembre) un protocollo d’intesa.

               L’iniziativa si chiama appunto “Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo”; nata per prevenire e combattere gli incivili che utilizzano i corsi d’acqua come discarica: e così facendo contribuiscono, non poco, a far sì che i rifiuti finiscano in mare, dove appunto i fiumi defluiscono. In virtù del protocollo e delle convenzioni, le associazioni perlustreranno ogni trenta giorni – in occasione di quelli che ormai sono chiamati i “sabato dell’ambiente” – i corsi d’acqua adottati, impegnandosi anche a rimuovere direttamente (se naturalmente possibile) i rifiuti presenti. Il tutto, in stretta collaborazione, appunto, con Consorzio, Comune e Sistema ambiente.

               A siglare l’accordo erano presenti il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi, l’assessore all’ambiente Francesco Raspini e il presidente di Sistema ambiente Matteo Romani. Per la Provincia di Lucca ha partecipato la funzionaria Maria Pia Casini. Il progetto rientra nell’azione pilota che il Comune di Lucca sta realizzando di concerto con la Provincia di Lucca partner del progetto comunitario RETRALAGs, finanziato dal Programma Transfrontaliero Italia-Francia-Marittimo. Il progetto ha l’obiettivo di proporre un modello di sviluppo sostenibile dei sistemi lacuali, lagunari e fluviali, migliorando anche le iniziative pubbliche a sostegno della tutela e della valorizzazione del patrimonio eco-sistemico. Il protocollo di Intesa firmato oggi si configura inoltre come una delle azioni frutto della firma del protocollo di Intesa del Contratto di fiume Serchio, avvenuta nel settembre 2015, come conclusione del percorso del progetto europeo Water-in-Core, una delle prime esperienze in Toscana che, attraverso un percorso partecipativo e l’analisi multidisciplinare dei territori rivieraschi, ha mirato alla protezione delle risorse idriche e alla riappropriazione delle comunità locali del rapporto con il fiume, da svariati punti di vista.

 

               Le associazioni e gruppi che sono entrati in azione sono: Anpana (sul Torrente Freddana), Misericordia di Lucca (su Rio Guappero e Canale Ozzeri), Valpac (su Lobaco, Cerchia e Certosa), Guardare Lucca (su Pubblico Condotto), I Fanucci (su Canale Fanuccio), Istituto storico lucchese sezione di Ponte a Moriano (Rio Carraia, Rio Maltempo e Rio Lama), Insieme per Maggiano (Fosso Canabbia e limitrofi), Bucaneve (un tratto del Fiume Serchio e Rio Contesora, Fosso Chiesa Santa Maria a Colle, Fosso Corte Beltempo), Comitato paesano Piaggione (un tratto del Fiume Serchio e Solco dei Baisi), Croce Verde (un tratto del Fiume Serchio e Freddanella, Rio Malfatti, Rio dei Cotani, Rio del Topo, Rio del Bamboro, Rio di Corte Buchignani, Rio di Corte Pistelli), Croce Verde Ponte a Moriano (un tratto del Fiume Serchio e Rio Fraga), Percorso in Fattoria (un tratto del Fiume Serchio), Il Castello (un tratto del Fiume Serchio, Rio Castiglioncello, Rio di Nozzano), Uniti per l’Oltreserchio (Rio Dogaia e Rio Dogaia di Castiglioncello), WWF (un tratto del Fiume Serchio), Gli amici di Piazza di Brancoli (Solchi Rocchetta, Solco del Lato, Solco di Palestra, Solco di Balzo, Solco della Fontanella, Solco di Lunghezza).

 

               “Anche i ragazzi sono tornati in piazza, pure nella nostra Città, per ribadire quanto sia indispensabile ed urgente porre in essere azioni concrete, per proteggere il nostro ambiente e combattere i cambiamenti climatici – ricorda il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi – Ogni anno vengono riversati negli oceani 8 milioni di rifiuti plastici; in questi mari si calcola che oggi ci siano 150milioni di tonnellate di plastica. Nel solo Mediterraneo, secondo le stime rese note da Legambiente, ci sono 58 rifiuti per chilometro quadrato, per il 96 per cento di plastica. In Italia, ogni 100 metri di spiaggia si trovano in media 620 rifiuti, all’80 per cento di plastica. Ecco, noi siamo convinti che la lotta alla plastica in mare inizi proprio dai fiumi: nell’ottica del principio “pensare globale, agire locale”, anche noi possiamo dare il nostro piccolo ma importante contributo, partendo da un maggior coordinamento tra tutti i soggetti che, ogni giorno, si adoperano per la sicurezza ambientale del territorio. Reputiamo molto importanti questo protocollo e queste convenzioni: che intendiamo estendere sempre più, in stretta collaborazione col progetto “Plastic free” della Regione Toscana, anche agli altri territori della Piana; e proporre pure alle aree del comprensorio gestite da diverse aziende dei rifiuti. E proseguiremo senza indugio, fino a quando un solo sacchetto di plastica resterà sulla sponda di uno dei nostri corsi d’acqua”.

 

               “La dispersione dei rifiuti nell’ambiente, nei corsi d’acqua e quindi nel mare rappresenta un’emergenza che deve essere affrontata a tutti i livelli della nostra società – afferma l’assessore all’ambiente Francesco Raspini – Non è sufficiente il comportamento virtuoso dei singoli con i rifiuti, dobbiamo rimediare i danni prodotti in modo irresponsabile da altri. Purtroppo sperimentiamo che non possono bastare gli interventi dei soggetti pubblici, abbiamo bisogno dell’impegno di privati, associazioni e singoli cittadini. Per questo il protocollo firmato con le associazioni questa mattina è particolarmente importante perché ci consente di tenere sotto controllo e intervenire in modo veloce sui corsi d’acqua del nostro territorio prima quindi che la plastica abbandonata in discariche abusive raggiunga il fiume e il mare dove diventa difficile recuperarla e dove causa i danni maggiori”.

 

               “Lavorare in modo congiunto per l’ambiente e per valorizzare e salvaguardare le bellezze naturalistiche e paesaggistiche del nostro territorio: questo è l’obiettivo della convenzione, questa è la forza di questo patto tra enti e associazioni che sosteniamo con grande piacere – spiega il presidente di Sistema Ambiente, Matteo Romani -. Come azienda siamo impegnati in prima linea in favore dell’ambiente: crediamo che la collaborazione con le realtà territoriali che si occupano di questo tema sia un valore aggiunto reale, che porterà ad azioni concrete a vantaggio della collettività e del territorio e ci permetterà di intervenire con ancora maggiore tempestività”.