Volontari e migranti di nuovo insieme per curare le oasi di Bottaccio, Tanali e Lago della Gherardesca: quando l’integrazione diventa occasione di sicurezza ambientale

ll sentiero che porta all’osservatorio naturalistico dell’oasi Bottaccio adesso è aperto e percorribile; i tavoli del punto ristoro del bosco Tanali sono recuperati e funzionali; l’area del lago della Gheradesca è più pulita.

I volontari delle associazioni ambientaliste, aiutati da tanti migranti ospiti in strutture di accoglienza sul nostro territorio, sono infatti tornati stamani (sabato 29 ottobre) a pulire e manutenere le tre oasi naturali poste al confine tra il Capannorese e il Bientinese.

La giornata, all’insegna dalla partecipazione e della cura dell’ambiente, era inserita nel progetto “Accoglienza e inserimento migranti: progetto aree umide”, promosso dal Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, assieme ai Comuni di Capannori e Bientina e alle associazioni ambientaliste “WWF Alta Toscana” e Legambiente (circoli di Capannori e Piana lucchese e Valdera).

I migranti sono giovani provenienti per lo più da Costa d’Avorio, Gambia, Nigeria, Senegal, Afghanistan e Pakistan, che hanno fornito la propria disponibilità a prestare la loro opera (a titolo volontario e gratuito) nell’attività periodica di conservazione e valorizzazione di questo fondamentale patrimonio ecologico. Armati di vanghe, cesoie, cariole e falci, si occupano tra l’altro di piccoli interventi di manutenzione dei sentieri e delle palizzate presenti, del taglio del legname, della raccolta delle ramaglie e dei rifiuti. Il tutto, per rendere le aree più pulite e facilmente fruibili da tutti.

“Anche in questo ultimo squarcio d’ottobre, si è ripetuto l’appuntamento col progetto – spiega il presidente del Consorzio, Ismaele Ridolfi – che una volta al mese mette gli uni al fianco degli altri i migranti, i volontari delle associazioni ambientaliste e i rappresentanti delle istituzioni: tutti assieme, impegnati nella manutenzione di questi straordinari gioielli ambientali, posti a due passi dalle nostre abitazioni. Un modo piccolo e concreto per far sì che integrazione diventi occasione di sicurezza ambientale e bellezza”.

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